mercoledì 23 marzo 2016

"Fai buon viaggio, Rabbit Hayes" di Anna McPartlin

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Fai buon viaggio, Rabbit Hayes" di Anna McPartlin, edito da Sperling&Kupfer (rilegato a 18,90€):
Mia Hayes, detta Rabbit, ama la sua vita, fatta di cose semplici e di persone straordinarie. Ama sua figlia Juliet - dodici anni e coraggio da vendere - che ha cresciuto da sola. Ama il lavoro di giornalista. Ama la sua famiglia, chiassosa e irlandese fino al midollo. Ama da sempre un unico uomo, Johnny Faye, anche se la loro storia risale a vent'anni prima: è stato lui, quando erano ragazzini, ad affibbiarle quel soprannome, per i codini che assomigliavano a orecchie di coniglio. Eppure, per quanto ami la vita, la vita stessa ha altri piani per Rabbit. Lei ci ha provato, a combattere contro la malattia, proprio quella che le ha fatto capire quanto fosse fortunata ad avere con sé quelle persone speciali e quelle cose semplici. Ma ora le restano solo pochi giorni. Quanto tempo è necessario per pensare al futuro di tua figlia? Quanto per insegnare alla tua famiglia a dirti addio? Quanto ancora per rivivere di nuovo il tuo unico, grande amore? Rabbit sa che non conta il quanto, ma il come, purché si faccia tesoro di ogni istante. Perché anche un solo attimo può racchiudere il senso di tutta una vita, per noi e per chi ci porterà per sempre nel cuore.

Ho pianto come una bambina leggendo questo romanzo.
Ho pianto perchè la scrittura di Anna McPartlin catapulta il lettore in un dramma vero, reale, che purtroppo qualcuno nel mondo vive ogni giorno: ogni giorno, da qualche parte, una coppia di genitori anziani deve accettare che i figli li precederanno al di là del fiume, e ogni giorno, da qualche parte, un genitore deve rassegnarsi a dire addio a suo figlio ancora bambino.

Quella di Rabbit è la storia di una donna che ha conosciuto la morte troppo presto, e che dopo una parentesi felice come donna, figlia e madre (della dolcissima Juliet: l'amerete!) si trova a dover fare i conti con un tumore che, lentamente e inesorabilmente, se la porta via. Pezzettino dopo pezzettino.
La Rabbit che si incontra nel romanzo è la Rabbit dei suoi ultimi giorni: una donna ancora allegra, ancora capace di esprimere affetto ed amore, ancora capace di sperare in un futuro felice per chi ama, se non per se stessa.
Sotto l'effetto dei farmaci, necessari a placare il dolore, Rabbit sogna.
Sogna il suo unico, grande amore, Johnny Faye: bellissimo, con una voce meravigliosa e destinato a diventare un astro della musica, se la vita non avesse avuto altri piani anche per lui.
Johnny che canta e suona per lei ancora prima che la ragazzina ne sia consapevole, che sarà tutte le sue prime volte e che le regalerà un sogno nel momento in cui la vita gli porterà via il suo, perchè amare vuole dire soprattutto donare ciò che non puoi avere e farlo con il cuore in mano.
Grazie a Sperling&Kupfer per la copia del romanzo <3
Piangerete per Rabbit, piangerete forse ancora di più per Johnny ma, e questo ve lo assicuro, riderete.
Riderete perchè questo romanzo ha come protagonista una famiglia ben lontana dall'essere tranquilla ed ordinaria. Dalla madre autoritaria ma capace di risolvere ogni problema al padre fin troppo emotivo, dal fratello musicista giramondo alla sorella alle prese con quattro irrequieti figli maschi: i loro dialoghi sono spumeggianti, veloci e densi d'ironia, e vi strapperano sorrisi e risate in ben più di un'occasione.
L'autrice ha un passato da cabarettista, e si vede: sembra assurdo dire che, nonostante le lacrime e lo struggimento, questo romanzo mi abbia anche divertita moltissimo, però è così.

Ho amato profondamente questo romanzo, perchè mi ha emozionata e commossa come solo tre romanzi erano riusciti a fare in precedenza.
Anna McPartlin parla di malattia, e lo fa senza risparmiarci nessun dettaglio fastidioso o (possiamo dirlo) anche un po' schifoso, ma è giusto che sia così, ed è proprio per questo che il romanzo funziona.
Funziona perchè è una storia inventata ma allo stesso tempo profondamente vera, e io mi sento di consigliarlo veramente a tutti.
A chi ama leggere di primi amori epici (quello tra Rabbit e Johnny entra tra i miei preferiti), a chi ama leggere di famiglie speciali, a chi crede fermamente nella possibilità di vivere fino in fondo a prescindere da quanto tempo ci venga messo a disposizione per farlo.

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

1 commento :

  1. Non conoscevo questo libro, ma mi hai fatto venire una voglia pazzesca di leggerlo!

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