mercoledì 26 aprile 2017

Anna sta scriv... mentendo: intervista a Federico Baccomo

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
Oggi ospito sul blog un autore che resta forse tra i più poliedrici sul panorama italiano: Federico Baccomo, che torna in libreria con "Anna sta mentendo", edito Giunti (rilegato a 17€):
Riccardo Merisio è tornato a sorridere. Un nuovo lavoro e una nuova ragazza hanno cancellato le ombre di un periodo difficile. Ma una sera, mentre sta chattando con Anna, la collega con cui ha da poco intrecciato una relazione, un insolito annuncio invade lo schermo del suo telefonino. Si tratta dell’invito a scaricare un’applicazione dal curioso nome di Whats­True. Anzi, più che un invito pare un obbligo, visto che ogni tentativo di impedirne il download si rivela inutile. Da questo momento iniziano ad accadere strane cose: sempre più spesso, i messaggi di Anna sono accompagnati da una scritta sinistra: «Anna sta mentendo...». Uno scherzo, una trovata pubblicitaria, o un sistema effettivamente in grado di svelare le bugie dell’interlocutore? Ogni giorno più turbato e diffidente, Riccardo finisce per cedere al fascino della misteriosa app che comincia a impossessarsi dei suoi pensieri e ad amplificare le sue paranoie, trascinandolo in un gioco psicologico di tensione crescente in cui cadono i confini tra verità e menzogna, tra realtà e fantasia. 
Con grande intelligenza e lucidità, Federico Baccomo mette in scena il racconto sfrenato di un mondo inquietante e seducente in cui si riflettono le complessità della mente umana e dove ogni uomo è insieme impostore e ingannato. 
Un romanzo eccitante e ipnotico, di eccezionale originalità.

Un romanzo dalla premessa intrigante, e Federico Baccomo per me è sempre una garanzia: in occasione di Tempo di Libri, siamo riusciti a improvvisare un'intervista davanti allo stand Giunti ed ecco cosa mi ha raccontato!

Nel tuo romanzo troviamo un'app di nome WhatsTrue - il riferimento a WhatsApp è chiaro - che forse servirebbe a tutti noi, che ci mette di fronte a quella che forse è una delle nostre più grandi paure di oggi: cosa c'è di vero e cosa c'è di falso dietro a ciò che leggiamo e condividiamo sul web.
Da dove è nata questa idea, e quali considerazioni ti senti di fare sulla rete e sulle sue bugie?
Tutto è nato da un'intuizione semplicissima, che mi ha colto nel momento in cui aspettavo una risposta a un mio messaggio e notavo il costante "sta scrivendo... sta scrivendo... sta scrivendo...", per poi ricevere un messaggio che era palesemente una bugia.
Ho pensato che se un'app potesse dire "sta mentendo" invece di "sta scrivendo", avremmo di fronte qualcosa di molto potente. Di sicuro era potente come spunto narrativo: non sapevo cosa sarebbe successo nel libro.
Mi è sembrato di toccare un tema molto attuale perchè oggi, come dici tu, la comunicazione massima è davvero un concentrato di bugie, da quelle potenzialmente pericolose - le bufale, le fake news - a quelle più innocenti, come il calcetto o la zia in visita usati per evitare un'uscita serale indesiderata.
Se qualcuno inventasse un modo per smascherarle tutte, credo che andrebbe a rotoli il mondo.
In fondo, se ci pensi, noi diamo sempre una connotazione negativa alla bugia, ma forse le persone più insopportabili sono quelle che ti dicono «ah, io dico sempre la verità!» perchè da loro arrivano brutte sorprese.
Mi piaceva l'idea di giocare su questo rapporto tra realtà e finzione, tra menzogna e verità, ed è nato questa sorta di thriller psicologico che mi sembra un labirinto sia per il protagonista che per il lettore.

Il tuo libro mi ha fatta riflettere molto, perchè mi sono detta: quante persone ho conosciuto attraverso i social network, e di quante di loro conosco per certo l'identità reale?
In fondo, quelle che non ho mai incontrato nella vita reale, potrebbero essere chiunque.
Se ci pensi, ci sono chat erotiche gestite da irreprensibili signore di cinquant'anni che fingono di essere ragazzine di ventitrè.
Soprattutto, questo schermo che ci divide dagli altri ci dà la possibilità di essere quello che non siamo, e lì si crea un'ambiguità di fondo che è difficile da spazzare via ma anche affascinante da analizzare. perchè in fondo la domanda è: tu sei quello che sei, o quello che vorresti far passare agli altri?
Se Alexandre Dumas ai suoi tempi poteva parlare di complotti, Napoleone o altro, noi abbiamo i social network e una nuova società di cui raccontare.

Questo "Anna sta mentendo... Anna sta mentendo..." diventa il canto della sirena per il lettore, perchè fin dalla sua prima apparizione ci si chiede chi sia davvero, perchè stia mentendo, cosa stia nascondendo.
Questo funziona perchè gli altri sono sempre un'incognita.
Ci sono coppie che stanno insieme da vent'anni, e dopo aver scoperto un piccolo segreto dell'altra persona iniziano a chiedersi «ma con chi sono stato fino ad adesso?» e rimettono in discussione tutto.
È bellissimo quello che dici tu del canto della sirena, perchè se ci pensi le sirene sono le menzognere per eccellenza, ma chi cercano di ingannare?
Il menzognero per eccellenza, Ulisse: un uomo che ha fatto della bugia e dell'inganno il suo marchio di fabbrica. Paradossalmente, lui ha inventato questo grande inganno che era il cavallo di Troia, ma per assurdo era talmente bugiardo da non averlo inventato veramente lui.
È stato un altro marinaio ad avere l'idea, e Ulisse se n'è appropriato.
È giusto che incontri, come suo più grande nemico, altre creature bugiarde.
Questo scontro costante tra bugiardi e menzogneri, nei romanzi come nella vita, ci fa capire che in fondo siamo tutti così: tutti auguriamo un buongiorno a qualcuno che odiamo, e tutti diciamo a qualcuno in difficoltà che andrà tutto bene anche se non lo sappiamo.
È solo quando ci troviamo di fronte a quel «sta mentendo» che siamo costretti a mettere tutto in discussione.
A volte con le persone che non sopportiamo siamo più gentili, addirittura.
Che è paradossale, ma è assolutamente vero.
Forse l'esagerazione ci aiuta a mascherare meglio i nostri reali pensieri.
Ci fu un ragazzo che fece l'esperimento di essere sincero al 100% su Facebook per un giorno.
Perse qualcosa come 300 amici, a causa delle sue crtiche e dei suoi commenti che, per quanto onesti, esprimevano una verità che nessuno voleva sentire sul serio.
A questo proposito, il tuo romanzo mi ha fatto pensare anche a un movimento che sta prendendo piede in America, chiamato Radical Candor, secondo il quale dovremmo essere sempre totalmente sinceri, con chiunque e riguardo a qualsiasi aspetto della vita.
Alcuni giornalisti lo stanno mettendo alla prova, e uno ha raccontato nel suo articolo che nel giro di un mese per poco non divorziava.
È proprio questo il punto. Se noi fossimo totalmente sinceri, rovineremmo tanti di quei rapporti...
La bugia non merita di essere considerata una cosa esclusivamente negativa, anzi.
Arrivando all'estremo, pensiamo ad Anna Frank: se i proprietari dell'appartamento segreto nel quale era nascosta l'avessero denunciata?
Sarebbe stato un atto di onestà totale, ma sarebbe anche stata un'azione corretta?
L'idea che la verità sia sempre positiva, che è un'idea cattolica ma anche illuminista, andrebbe rivista, e soprattutto bisognerebbe liberare la verità e la bugia da quell'accezione morale che cerca di renderle giuste o sbagliate in senso assoluto.
Quello che importa è invece indagare il motivo per il quale si mente: se lo si fa per tradire la propria moglie, è chiaro che si tratta di un atto egoista, ma se lo si fa per difendere valori più alti come quello della libertà e della dignità, allora la menzogna acquista tutto un altro senso.

Il tuo non è solo un romanzo: riesci a scrivere un'opera di narrativa dai toni e dalle atmosfere tipiche del thriller, in cui il protagonista da questo innocuo autodownload di un'app si trova coinvolto in una storia sconvolgente che mai avrebbe potuto immaginare.
Pensando ai tuoi lavori precedenti, come ad esempio "Studio illegale" o "Woody", è impossibile non chiederti come si fa a spaziare così tanto tra i generi e a padroneggiare così bene tecniche ed espedienti narrativi così diversi.
Si fa con fatica e con disciplina, soprattutto con curiosità.
Un libro mi impiega, in totale, tra l'anno e mezzo e i due anni, e ogni volta che giungo alla fine penso che probabilmente potrei scriverne un altro sulla stessa linea senza troppa difficoltà.
Avrei potuto scrivere un altro "Studio illegale", e quando ho finito "Woody" (romanzo splendidamente illustrato con protagonista e voce narrante un cane, ndr) avevo già in mente di scrivere un altro libro con protagonista un gatto.
La prospettiva di ripetermi, però, mi annoiava: scegliere atmosfere diverse, una scrittura diversa e personaggi differenti mi permetteva di svegliarmi e dirmi «dai, oggi torno al computer e mi impegno in questa nuova sfida!»
Serve disciplina, come dicevo, insieme alla curiosità, e soprattutto non deve mancare la voglia di divertirsi, che è quella che deve avere anche un lettore quando sceglie letture diverse.
Io leggo volentieri romanzi di fantascienza, ma anche quelli più emotivi, per poi passare all'horror di Stephen King e ai lavori di Elsa Morante, che è una scrittrice che amo e nessuno potrebbe mai dirlo, leggendo i miei romanzi.

Cosa speri che trasmetta il tuo romanzo ai lettori?
Mi piacerebbe, innanzitutto, che un lettore si divertisse leggendolo.
Poi vorrei che, una volta arrivato all'ultima pagina, guardasse il mondo da una prospettiva leggermente diversa, cominciando a chiedersi più spesso cosa siano la verità e la menzogna e a interrogarsi sulle persone che ha di fronte, sempre dal punto di vista dell'empatia che spero si sviluppi con il personaggio del romanzo.
Questo perchè conoscere vite diverse porta a comprenderle, e conoscere rende molto più difficile odiare. Puoi giudicare, però conoscere anche il peggiore criminale rende possibile capirlo. Non giustificarlo e anzi, continuare a condannarlo, ma capirlo.
Un libro offre sempre questa possibilità: stando a casa, puoi vivere anche un'avventura che mai nella vita ti capiterebbe e che invece ti fa sentire, una volta conclusa, arricchito.
Come quando torni da un lungo viaggio.

Ringrazio moltissimo Giunti e Federico Baccomo per la possibilità di leggere "Anna sta mentendo" e di parlarne per voi con l'autore: "Anna sta mentendo" è consigliatissimo, anche se poi probabilmente guarderete con sospetto ogni "sta scrivendo..." per almeno una settimana XD

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

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