venerdì 6 ottobre 2017

"Ho taciuto" di Mathieu Menegaux

Buon pomeriggio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Ho taciuto" di Mathieu Menegaux, edito Bompiani (brossurato a 15€):
Dall'isolamento della sua cella nel carcere femminile di Fresnes, Claire Beyle ripercorre la catena di eventi che l'hanno condotta fin lì: la storia di una donna vittima di un crimine odioso. Incapace di reagire di fronte all'orrore, Claire sceglie di portare da sola il proprio peso barricandosi dietro a un silenzio assordante e finendo per commettere l'irreparabile. Solo alla vigilia del verdetto decide finalmente di uscire dal suo mutismo e spiegare al marito Antoine e ai giudici il motivo per cui fino a quel momento ha taciuto.

Mathieu Menegaux entra nell'Olimpo degli autori capaci di emozionarmi nel profondo con le loro parole, con "Ho taciuto" e la storia dolorosa e, ahimè, fin troppo realistica, di Claire, vittima di violenza e del silenzio che si autoimpone cercando di superare il trauma da sola.

Claire apostrofa il lettore dalla sua cella, in cui è rinchiusa in attesa del processo, e se non ci dato di sapere da subito di cosa si sia resa colpevole, lo scopriamo 90 pagine dopo.
90 pagine in cui la donna ci racconta come, tornando a casa da una tranquilla - anzi, addirittura noiosa - cena a casa di amici, sia stata aggredita e violentata.
Mathieu menegaux non ci risparmia nulla, nemmeno un dettaglio o una sensazione, rendendo palpabile ogni emozione provata dalla donna prima, dopo e durante lo stupro: la paura, la rabbia, la tristezza, la rassegnazione.
E soprattutto, la sua decisione del decidere di non dire nulla a nessuno.
Al marito Antoine, al quale la lega un matrimonio felice ma non del tutto (a causa della mancanza di figli, dovuta alla'impossibilità di lui a concepire); alla famiglia; ai colleghi e amici.
Claire vorrebbe solo dimenticare, al punto da fare l'amore con Antoine il giorno dopo senza dire una parola, ma nel giro di poche settimane, la disgrazia: dopo anni di tentativi infruttuosi di concepire, ecco che sullo stick appaiono le tanto attese due linee.
Che fare? La soluzione ovvia sembra quella dell'aborto, perchè la sola idea di portare avanti una gravidanza nata dallo stupro le sembra insostenibile... ma poi pensa al marito, al loro matrimonio, e cambia idea. E se fosse figlio del marito? Se ci fosse anche solo una possibilità su cento...
Non è una lettura facile, ma credo sia impossibile come donna non restare profondamente colpita da ogni pensiero o gesto di Claire.
Il suo senso di profonda inadeguatezza nel non essere riuscita a diventare madre e la sua paura di un futuro in cui non ci sarà più il lavoro a riempire le giornate sono propri di ogni donna nella sua stessa situazione, soprattutto in una società come quella odierna che, nonostante il tanto decantato femminismo a oltranza, non tollera ancora del tutto l'idea di un matrimonio senza figli.
La donna e suo marito vengono interrogati e compatiti al riguardo con ben poca delicatezza da amici già genitori, parenti, a volte emeriti sconosciuti.
A questo dolore se ne aggiunge uno ancora più grande e profondo, quello per la violenza subita.
Non è facile raccontare uno stupro, reale o fittizio che sia, ma Mathieu Menegaux sceglie le parole e il tono giusti per testimoniare quello che è il momento in cui la vita della donna cambia drasticamente.
Le viene tolta la sua sicurezza, che le aveva permesso di prendere la bici e tornare a casa prima da quella cena che le sembrava così noiosa, e così anche la sua serenità: quando chiude gli occhi rivede quelli pieni di rabbia del suo stupratore, quando il marito l'accarezza e la stringe riesce a sentire solo dolore. Sembra impossibile poter anche solo pensare di tornare alla vita di ogni giorno, dopo.

A rendere "Ho taciuto" un romanzo straordinario, perfetto in ogni parola e struggente come pochi altri, è la prosa di Mathieu Menegaux: l'autore non solo ha saputo dare voce a un personaggio femminile profondo, dalla voce forte e limpida, portatore di emozioni strazianti e delle tante, dolorose contraddizioni del mondo di oggi, no. Ha anche saputo raccontare la maternità in due dei suoi aspetti più difficili, la sua assenza e la sua imposizione, con una delicatezza che, lo ammetto senza paura, non mi aspettavo di trovare in un uomo.
"Ho taciuto" entra nel mio personale Olimpo letterario insieme a "Fato e furia" di Lauren Groff e a "La strada stretta verso il profondo Nord" di Richard Flanagan, e bramo già un altro romanzo di quest'autore appena conosciuto ma che, lo so, seguirò a lungo.
Consigliatissimo: sono cinque stelline piene, anche sei potendo.

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

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