mercoledì 9 maggio 2018

Intervista a Laetitia Colombani su "La treccia", l'emancipazione femminile e l'amore per Marguerite Duras

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
Torno a parlarvi di quello che ho definito - e continuo a definire - uno dei migliori libri letti in questo 2018, "La treccia" di Laetitia Colombani, arrivato in libreria a inizio Maggio grazie a Nord (brossurato a 16,90€):
A un primo sguardo, niente unisce Smita, Giulia e Sarah. Smita vive in un villaggio indiano, incatenata alla sua condizione d'intoccabile. Giulia abita a Palermo e lavora per il padre, proprietario di uno storico laboratorio in cui si realizzano parrucche con capelli veri. Sarah è un avvocato di Montreal che ha sacrificato affetti e sogni sull'altare della carriera. Eppure queste tre donne condividono lo stesso coraggio. Per Smita, coraggio significa lasciare tutto e fuggire con la figlia, alla ricerca di un futuro migliore. Per Giulia, coraggio significa rendersi conto che l'azienda di famiglia è sull'orlo del fallimento e tentare l'impossibile per salvarla. Per Sarah, coraggio significa guardare negli occhi il medico e non crollare quando sente la parola «cancro». Tutte e tre dovranno spezzare le catene delle tradizioni e dei pregiudizi; percorrere nuove strade là dove sembra non ce ne sia nessuna; capire per cosa valga davvero la pena lottare. Smita, Giulia e Sarah non s'incontreranno mai, però i loro destini, come ciocche di capelli, s'intrecceranno e ognuna trarrà forza dall'altra. Un legame tanto sottile quanto tenace, un filo di orgoglio, fiducia e speranza che cambierà per sempre la loro esistenza.

Abbiamo avuto l'opportunità di incontrare l'autrice da Clotilde Bistrot, e scoprire insieme a lei come siano nati "La treccia" e le sue protagoniste... e molto altro!
Ecco cosa ci siamo raccontati!

Il tuo romanzo ci porta in India, in Italia e in Canada: come hai scelto i luoghi, e come sono nate le donne al centro di ognuno di essi?
Il primo paese che ho scelto è stata l'India, perchè avevo visto un documentario sulla condizione degli intoccabili e mi aveva colpita moltissimo: volevo che uno dei miei personaggi fosse indiano e legato alla cultura dei capelli.
Proprio seguendo i capelli sono arrivata a Palermo, e alla tradizione della cascatura.
Infine, mi serviva un paese che rappresentasse la società occidentale: inizialmente avevo pensato di "giocare in casa" e scegliere Parigi, ma la Francia e l'Italia erano troppo vicine.
La scelta è ricaduta sul Canada.
E in fondo anche India e Italia si somigliano, nel loro attaccamento profondo alle tradizioni.
Sicuramente sì!
Ho dovuto documentarmi moltissimo, sia sulla condizione delle donne in India, sia sulle tradizioni siciliane - per queste ultime sono stata fortunata, perchè ho degli amici a Palermo e ho potuto chiedere molte informazioni. L'aneddoto della nonna di Giulia, il cui promesso sposo il giorno del matrimonio non era stato esentato dal lavoro nel frutteto, è per esempio una storia che mi è stato raccontata da un amico.

Per ognuna delle tue protagoniste, i capelli acquistano un ruolo importante: sono lo strumento grazie al quale si avvicinano alla libertà, e a un futuro in cui esserlo di più.
Volevo proprio ottenere questo, che attraverso i capelli arrivassero all'emancipazione.
I capelli sono uno dei simboli della femminilità per eccellenza, e nel mio romanzo sono anche simbolo di forza, soprattutto per Sarah, che grazie a una parrucca ritrova la voglia di lottare contro il cancro.
E il tuo rapporto personale con i capelli, com'è? Per ogni donna è diverso!
Non ne sono ossessionata, anzi: li ho portati lunghissimi per 25 anni, per poi tagliarli molto corti.
Nel momento in cui una mia cara amica si è ammalata e li ha persi, però, ho capito cosa volesse dire perderli, e il dolore che ne conseguisse.
L'ho accompagnata a comprare una parrucca, e quando ho realizzato che era di capelli veri, non sintetici, ho iniziato a chiedermi chi li avesse donati, quale fosse la loro storia.
Sicuramente mi ha ispirata!
Giulia trova il coraggio di dare una svolta alla sua vita anche grazie al'incontro con Kamal, giovane uomo sikh che, seguendo i dettami della sua fede, non si taglia i capelli.
Una scelta curiosa.
La storia di Giulia è stata quella più difficile da scrivere: l'ho riscritta quattro volte, in effetti.
Solo quando ho trovato Kamal, anche Giulia ha avuto una sua dimensione.
Volevo che si innamorasse di uno straniero, ma inizialmente avevo pensato a un ragazzo albanese: mancava però un legame con i capelli, e non ero convinta.
Con Kamal ho avuto non solo quel legame, ma persino un ponte con l'India, e con la storia di Smita.

Quanto, della tua esperienza nel mondo del cinema, è finito nella struttura e nello sviluppo del romanzo?
Molto se penso ai personaggi e alla suddivisione in capitoli così strutturati.
Ho avuto la possibilità di fare uno stage con un regista di serie TV americano molto quotato, e da lui ho imparato come chiudere ogni capitolo in tensione, e come mantenere un ritmo incalzante, senza tempi morti.
Preferisco però la scrittura in prosa alla sceneggiatura, perchè ho più libertà: tutti i vincoli legati a budget, logistica, esigenze di casting o di marketing, non ci sono!
Adesso non si può non chiedertelo: quali serie TV guardi?
Ne cito tre: Big Little Lies, The Killing e The Good Wife. A quest'ultima mi sono ispirata nel costruire la storia di Sarah, e del suo mondo di avvocati, scalate al successo, tensioni interne allo studio legale.

E i libri? Quali sono le tue letture del cuore?
"L'amante" di Marguerite Duras. Adoro ogni lavoro di Marguerite Duras, che per me è quasi più una musicista che una romanziera, pensando a come gioca con le parole e con il loro suono-
Dalla sua storia più famosa, sull'amore inaspettato che nasce tra due persone diverse in tutto, a cominciare dal colore della loro pelle, ho sicuramente preso ispirazione nel moneto in cui ho raccontato la storia di Giulia e Kamal, seppur con le dovute differenze.
Che dire?
Tantissimi spunti interessanti, e un'autrice di cui aspetto già il prossimo lavoro!
Consigliatissimo il romanzo, del quale ci avevo già proposto la mia recensione in anteprima che potete leggere qui, se siete curiosi: è anche un bellissimo regalo da fare alla vostra mamma per la sua festa: cosa c'è di meglio della storia di tre donne forti, per quella che per voi è la donna più forte di tutte?

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

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