giovedì 19 novembre 2015

"Trollhunters" di Guillermo Del Toro e Daniel Kraus

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Trollhunters" di Guillermo del Toro e Daniel Kraus, edito da De Agostini (rilegato a 14,90€):
È un sonnolento pomeriggio di fine estate a San Bernardino. Il sole è quasi tramontato, e i fratelli Sturges pedalano veloci mentre si inseguono con le loro pistole di plastica. Poi Jim, il più piccolo dei due, vede Jack entrare nell'ombra di un ponte. Non è un bello scherzo, pensa Jim mentre prova a raggiungere il fratello e si lascia inghiottire dalle tenebre. All'improvviso, però, qualcosa si muove: una creatura più nera dell'ombra si stacca dalla parete... Jim fugge, ma è solo. A partire da quel pomeriggio, di Jack non saprà più nulla. Molti anni dopo, toccherà al giovane Jim Jr., il figlio dell'unico sopravvissuto dei fratelli Sturges, il compito di trovare una risposta. Cosa è successo a zio Jack, quel pomeriggio d'estate? E, soprattutto, è vero quello che si dice in città? Che furono i troll - creature orrende e affamate di esseri umani - a rapire Jack e insieme a lui molti, moltissimi altri bambini?

Ringrazio di cuore De Agostini per la copia cartacea del romanzo, che mi incuriosiva moltissimo.
Guillermo del Toro è l'uomo dietro a (tra le altre cose) "Il labirinto del fauno", film che ho AMATO, ed ero davvero entusiasta all'idea di conoscerlo anche in veste di scrittore.

"Trollhunters" è la storia di un eroe tra i più improbabili, perché è chiaro fin dall'inizio che Jim Jr. Sturges è tutto fuorché forte, intrepido, aitante e spavaldo.
Al contrario, è magrolino, vittima delle paure e delle ossessioni paterne e spesso obbiettivo delle angherie di bulli della scuola.
Ha una cotta per Claire Fontaine, una ragazzina che dalla descrizione proposta dagli autori mi è piaciuta subito: fisico normale e non da top model in erba, e uno stile unico nel vestire a metà tra la guerrigliera metropolitana e la bambina tutta vezzosità. Pure brava in matematica. Unica.

Jim Jr. Sturges condivide con moltissimi altri personaggi letterari scoperti di recente il secondo nome "mai una gioia", insomma, e stavolta sembra destinato a finire dalla padella nella brace visto che, nel bel mezzo della notte, si trova trascinato da due gigantesche zampe pelose sotto al suo letto,e  da lì fino a una città sotterranea, popolata niente meno che da troll.
Proprio loro, quelle creature terrificanti e note per due motivi: essere cacciatori di bambini, ed essere una leggenda. O almeno è quello che credeva Jim Jr. Sturges.

Quella che inizia come la missione di una notte (mostrare al migliore amico Tub che la città dei Troll esiste, e dimostrargli che non sta andando fuori di testa) si trasforma nel punto di partenza per l'avventura più rocambolesca della sua vita, avventura che ho seguito con entusiasmo fino alla fine.
Ringrazio De Agostini per la bellissima copia cartacea <3
Mi è piaciuta moltissimo la cura di Del Toro e Kraus nelle descrizioni del mondo sotterraneo, ho apprezzato la forte carica d'ironia e sarcasmo di cui hanno dotato i personaggi e che caratterizza tutti i dialoghi del libro.
Persino il "cattivo", il bulletto con pallone da basket in continuo rimbalzo, ha qualche battuta davvero azzeccata.
La nonna gattara di Tub è esilarante, il padre di Jim Jr. mette addosso un'ansia che solo poche cose al mondo, e i troll... Oh, i troll.
Dai nomi raccapriccianti, esattamente come me li aspettavo, ma forse un po' meno spaventosi di quanto li avrei voluti, anche se le descrizioni sono davvero ben redatte, al punto che mis sembrava di vedermeli davanti.
Ho trovato molto cinematografica la costruzione delle scene, e credo che questo derivi dall'esperienza di Del Toro nel mondo del cinema, e va assolutamente a suo favore perché non c'è una scena del romanzo che sia statica o priva di vitalità, anzi.

L'unica piccolissima critica che posso fare è che ho trovato un po' lente le prime 50/60 pagine, ma una volta che la storia entra nel vivo si legge tutta d'un fiato.
E in fondo un po' di premessa è fondamentale per delineare i personaggi.

In generale il romanzo mi è piaciuto, e sicuramente se avessi letto questo libro a 11/12 anni mi avrebbe entusiasmata un sacco, quindi ve lo consiglio se avete un ragazzino pestifero in giro.
Stavolta lo consiglio ai vostri bimbi: figli, nipoti, figli di amici perché il target è decisamente quello, e perché penso che sarebbe una bella strenna natalizia.
Ormai si entra nel discorso "regali"...

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

1 commento :

  1. Non è una lettura che mi affascina particolarmente, ma ci penserò per qualche regalo di Natale! ;)

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